SINOSSI: Una strana apparecchiatura elettronica. Un uomo, Abdel, con il suo turbante lavora alle saldature di quel congegno, che è stato accuratamente occultato all'interno di una valigetta. L'uomo evidentemente ha intenti suicidi, ma nella fase di preghiera prende coscienza di non essere pronto ad affrontare un tale sacrificio. Si mette quindi in contatto telefonico con un altro membro del suo gruppo, che l'uomo chiama Amir e che si presenta come il vero artefice del progetto terroristico. Il dialogo fra i due evidenzia i profondi turbamenti dell'uomo con la valigetta. In gioco c'è intanto la sua vita, ma alla fine decide di affrontare comunque il suo destino salendo con la sua valigetta su un bus fermo al capolinea. Lì pero' si imbatte in una madre e nella sua bambina che chiede il vero significato della parola "futuro". La donna trova una spiegazione molto attraente e originale: "il futuro è il figlio di oggi". A quel punto la bimba chiede all'attentatore: "e tu ce l'hai un futuro piccolo come me?". Abdel sorride e risponde: "forse, bimba...forse". Abdel scende smarrito dal bus e inizia a immaginare decine di occhi di bambini che lo guardano da tutte le parti del mondo; è il momento in cui taglia definitivamente il filo rosso del detonatore. Lo scenario si sposta nel tempo, a sette anni dopo l'episodio della valigetta disinnescata. Abdel guarda un tramonto abbracciato a un bambino che gli chiede: "Papà, cos'è il futuro". Stavolta non c'è alcuna incertezza in Abdel nel rispondere a suo figlio.